Sicurezza di prodotto o di processo?

Se passi davanti a un negozio IKEA, ti potrà capitare di trovare questo strano dispositivo.

È una scatola di plexiglas trasparente, contenente una poltrona IKEA, uno strano braccio robotico con due grandi pistoni che spingono la sedia e un contatore. È una specie di esperimento di simulazione di una persona di 80 kg. seduto e in piedi, ripetuto per migliaia e migliaia di volte.

Probabilmente hai guardato il bancone, hai visto un numero come 999.999-1.000.000- … e hai fatto un po’ di matematica mentale…

 “Probabilmente io e la mia famiglia potremmo sederci e alzarci in media 10 volte al giorno, 3.650 totali all’anno … quindi questa sedia durerà almeno 300 anni “ 

E con la giusta fiducia nella sua robustezza, hai deciso di comprarla.

Ora pensiamo a un software critico per la sicurezza: ti potrebbe essere richiesto di certificare secondo il severo standard DO-178C, fino al livello A. Bene, guardando questa o altre normative di sicurezza correlate, potresti trovare che associato al livello A, hai una probabilità di errore 10E-9 ore di volo. Ok, ancora matematica… significa:

1 miliardo di ore senza problemi, o meglio 115.740 anni

Centoquindicimila anni! Sembra abbastanza buono, non è vero? Tranne il fatto che… per il software, in realtà non funziona così. Cosa significa veramente DAL-A? Letteralmente, significa Design Assurance Level: garanzia del DESIGN.

Ma la vera probabilità di un guasto del software è molto più alta … alcuni esperti dicono che la probabilità è 1 ovvero il 100%! Potresti essere abbastanza sicuro che il tuo software fallirà! Pensa al tuo sistema operativo desktop o mobile … puoi immaginare un’app per il tuo smartphone o computer che resista migliaia di anni senza crash o bug?

 E pensi che il software avionico possa essere reso così solido per millenni? Possa davvero essere rilasciato fin dall’inizio totalmente senza bug? 

NON È COSÌ

ed ora ti spiego perché.

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Presentazione corso M.E.D.S.

Questo video servirà a presentare il nuovo corso M.E.D.S. sul metodo più innovativo e strategico mai visto in Italia nel campo del software critico:
Method for 
Efficient 
Development of 
Software

Presentato da Massimo Bombino, una delle autorità di riferimento del software Safety-Critical in Italia, e da Giuseppe Randazzo, esperto di sofware per la robotica, il webinar parlerà di questo nuovo metodo M.E.D.S. e di come si stia affermando, grazie anche al libro Software Sicuro, come  

l’unico modo di gestire un progetto software in maniera efficiente, sicura e soprattutto remunerativa   

Infatti, non sarà solamente un corso tecnico, anche se ovviamente verranno trattate alcune tematiche avanzate, ma si tratterà di un vero e proprio corso che si rivolge principalmente a MANAGER NEL MONDO DEL SOFTWARE: quindi a tutti coloro che gestiscono team (o intere aziende) dove il software giochi un ruolo fondamentale nel fornire le funzionalità del prodotto.


I 5 principi fondamentali del corso M.E.D.S:

  1. STRATEGIA
  2. ECONOMIA
  3. GESTIONE
  4. SUPPORTO
  5. PROCESSO

sono l’unico modo per tenere sotto controllo non solo gli aspetti tecnici (dove sicuramente sei già bravo, ma qualcosa da imparare c’è sempre anche e soprattutto dagli eccellenti co-docenti come appunto Giuseppe Randazzo e… un importantissimo ospite che verrà svelato nel webinar!), ma soprattutto aspetti di marketing specifico per il software, di posizionamento sul mercato, di costi e di ritorno dall’investimento, di gestione di team anche distribuiti geograficamente, della gestione dell’imprevistoe altre tematiche di sicuro mai affrontate in Italia, almeno non in uno stesso corso.


Tu pensa come potresti essere avanti rispetto alla concorrenza, applicando queste tecniche… che saranno poi ben esposte nel corso M.E.D.S. Milano (PRIMAVERA 2021).

Il videoPresentazione corso M.E.D.S.” è disponibile sul nostro canale YouTube:

I 10 Comandamenti del Requisito Perfetto


WEBINAR GRATUITO

Giovedì 7 Marzo 2019 – ore 14:00

Che cos’è un Requisito Perfetto? Come si fanno a scrivere dei buoni Requisiti Software?

Facciamo un passo indietro, anzi di lato:

Inizieresti a realizzare una casa con un progetto “approssimativo”?
Senza fare calcoli strutturali e simulazioni?
Senza un capitolato che specifichi bene tutti i costi previsti?

Sai benissimo che è impossibile, perché lasceresti troppa libera scelta al costruttore, con il rischio certo di un risultato non soddisfacente e di conseguenza la necessità di apportare modifiche in corso d’opera e rifacimenti di quanto già realizzato con spreco di tempo e denaro…

Nello stesso modo, da costruttore eviteresti di accettare un lavoro del genere, fatto di una chiacchierata ed una stretta di mano, perché sai che darebbe luogo ad infinite contestazioni e richieste da parte del cliente.

Lo stesso discorso vale per un prodotto software: senza requisiti chiari e funzionali, si avrà una soluzione non efficiente con conseguente bisogno di interventi in itinere per “interpretare” quello che il cliente vuole e che non è stato chiarito in partenza. 
Risultato: mancanza di efficienza, ritardo nei rilasci e malcontento del cliente (e del fornitore!).

La stesura corretta e consapevole dei requisiti non è da considerarsi una perdita di tempo ma una vera e propria “scienza” che detta le regole per la costruzione delle fondamenta di un software che, come per una casa, sono un elemento imprescindibile per un risultato finale ottimale.

Il webinar gratuito sul “Requisito Perfetto”

Scopri “I DIECI COMANDAMENTI DEL REQUISITO PERFETTO”, in un webinar gratuito che si terrà:

GIOVEDI’ 7 MARZO alle ore 14:00

Durante questo webinar, ti spiegherò tutte le tecniche per costruire dei requisiti a prova di bomba, senza che questo appesantisca troppo il tuo ciclo di vita del software, ma in modo da stabilire un vero e proprio “capitolato” con i tuoi clienti.

Ovviamente, se poi devi adeguarti a qualunque Certificazione Safety-Critical… questo webinar è a dir poco fondamentale. Se applicati in maniera integrale e rigorosa, questi 10 Comandamenti diventeranno gratuitamente per te una vera e propria Requirement Guideline, da cui ricavare a sua volta la Checklist che potrai usare per raggiungere senza problemi la certificazione!

Come fare a iscriverti?


Per partecipare al webinar, devi compilare questo modulo:

Invita pure chi vuoi!

Estendi l’invito a questo webinar a colleghi, amici ma se riesci anche a clienti e fornitori… più persone nella tua filiera impareranno l’importanza di scrivere al meglio i requisiti, così come previsto nello standard M.E.D.S., più facilmente lavorerete insieme per la produzione di software migliore da tutti i punti di vista.

Ti attendo al webinar Giovedì 7 Marzo alle 14:00!

Massimo

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SOFTWARE SICURO: il libro!

Il nuovo libro di Massimo Bombino

Il primo libro che ti insegna a sviluppare

Software Affidabile ad Alta Qualità 

con l’esclusivo Metodo M.E.D.S.

Ciao, mi presento: sono Massimo Bombino, e mi occupo dello Sviluppo di Software ad Alta Qualità da 30 anni, in particolare mi sono dedicato negli ultimi 20 anni al Software soggetto alla Certificazione Safety-Critical per il Settore Avionico e Aerospaziale, il settore più rigido e impegnativo ma anche quello dove ho imparato di più in assoluto su come impostare un processo di sviluppo software che sia veramente affidabile.

Ho lavorato (e lavoro tuttora) con aziende del calibro di: Ferrari Automobili, AUDI TTTech, Boeing, Airbus, Leonardo Finmeccanica, Aermacchi, Agusta Westland, Nortrhop Grumman, Piaggio Aerospace, Thales Alenia Space, Honeywell, Telespazio, Ansaldo, Hitachi, Datalogic, AUTEC Safety, Electrolux, Transenterix, Boston Scientific, STIGA, Tecnodal, Brusa e tantissime altre, aiutandole a ottimizzare il loro Ciclo di Sviluppo Software, identificare prima gli errori tramite la Modellazione e la Simulazione, migliorare la Strategia di Test, raggiungere prima la Certificazione.

Nel corso degli anni, con i miei collaboratori ho sviluppato un metodo di lavoro molto sicuro, affidabile e veloce di scrivere il software, attigendo al meglio che offriva il panorama mondiale.

Ma mica è sempre andata così: quando ho iniziato a programmare, oramai a fine anni ’80, il mio entusiasmo iniziale da neo-programmatore si è subito scontrato con le difficoltà dello scrivere codice… bug, instabilità, problemi vari, clienti che si lamentavano… insomma altro che infinite possibilità e flessibilità, la programmazione software assomigliava sempre di più a UN INCUBO!

Dopo anni di ricerche, studi su come scrivere software migliore e notti insonni passati a sbattere la testa contro gli stessi problemi che affronti anche tu quotidianamente con lo sviluppo del software, ho finalmente trovato la strada del Software Sicuro ed Affidabile per definizione: la severissima CERTIFICAZIONE AVIONICA DO-178C.

Al costo della molta rigidità nello standard avionico, di severi standard e controlli rigorosi, di procedure lunghe e costose, finalmente però lo sviluppo software diventava una disciplina ingegneristica e ripetibile, l’ideale per produrre codice di qualità.

E così ho scoperto oramai quasi 20 anni fa come tutto il Software Safety-Critical (medicale, automotive, ferroviario ecc.) fa capo a standard simili alla DO-178C (come ISO-26262, IEC-62304, IEC-61508 ecc.), sempre però piuttosto rigidi e costosi.

Ma non era sufficiente: quando parlavo di queste cose con i colleghi, i clienti, gli imprenditori scuotevano la testa… mi dicevano:

“Massimo, io non faccio software per aerei, io faccio firmware per lavatrici, per citofoniper apparecchi industriali, per elettrodomestici,  app per telefonini… non devo lanciare missili nello spazio, il tuo approccio è TROPPO COSTOSO E COMPLICATO! Io devo consegnare al cliente settimana prossima… non tra 2 anni”

Da lì è nata la sfida: dovevo trovare il modo di svecchiare questo processo così farraginoso e rigido, dovevo snellire le procedure troppo burocratiche, ma sopratutto dovevo trovare il modo di applicare questo metodo, o meglio una sua versione più flessibile, anche al software di tutti i giorni, quello Business-Critical.

Provando e riprovando, ho attinto al meglio dello sviluppo Safety-Critical, andandolo a rendere più gestibile e più flessibile con l’altro standard dello sviluppo software moderno: AGILE. Da questo strano incrocio, è nato un metodo di lavoro assolutamente innovativo e vincente, unico nel suo genere, perché unisce il meglio dei due mondi: l’approccio M.E.D.S. (Method for Efficient Development of Software).

Esatto:

ho preso il meglio in termini di sicurezza, affidabilità e ingegnerizzazione della Certificazione Safety-Critical e il meglio in termini di flessibilità, velocità e adattabilità di AGILE e DevOps e li ho messi insieme nel Metodo M.E.D.S.

Ho quindi deciso di mettere nero su bianco la mia esperienza internazionale, fatta in decine e decine di progetto in tutto il mondo e di creare più che un libro, una vera e propria guida allo Sviluppo di Software Sicuro, dove concentrare tutte le Best Practise, le migliori tecniche e i miei peggiori errori da evitare a tutti i costi.

Con questa splendida introduzione del mio amico Vance Hilderman (Ceo AFunzion), “guru” della Certificazione Avionica, voglio farti capire come questo NON sia il classico libro di informatica o similari: 

“Ci sono buoni libri di software, che consentono al lettore di essere più intelligente dopo la lettura rispetto a prima. Ci sono grandi libri, che permettono al lettore di essere più intelligente, mentre insegnano simultaneamente le migliori strategie per colmare le lacune di conoscenza. Il libro di Massimo è un libro fantastico in quanto spiega sia il mondo del software critico, sia le intuizioni per risolvere molti aspetti legati alla qualità del codice, oggi sempre più importanti. Max ha fatto un lavoro magistrale nel rendere interessante e divertente un argomento normalmente complesso e noioso. Ci mostra in questo libro come capire meglio il regno dello sviluppo del software Safety- e Business-Critical e come applicare queste conoscenze nel mondo reale. Io e Massimo abbiamo entrambi commesso degli errori tecnici sostanziali nei nostri decenni combinati di sviluppo di software e sistemi critici per la sicurezza: con questo libro, tu puoi prevenire gli stessi errori e capire al meglio come evitare di aggiungerne di altri”

Infatti, ti posso dire che questo libro non è (solo) un libro tecnico, didascalico, solo per addetti ai lavori, nemmeno un libro teorico, astratto, basato su concetti inapplicabili o un libro generico, che parla di mille cose senza concludere niente.

E’ invece un libro concreto, basato sull’esperienza di quasi 30 anni di sviluppo di software altamente critico; pratico in quanto presenta in maniera semplice e comprensibile i concetti che devi cominciare a conoscere per far diventare il tuo sviluppo software efficiente e snello, focalizzato su un aspetto ben preciso:

trasformare lo sviluppo software

da spina nel fianco e tuo punto debole

A VANTAGGIO COMPETITIVO STRATEGICO

Vuoi sapere come ho fatto? Allora continua a leggere…

Il segreto su come battere la concorrenza dei paesi low-cost nel software

Oggi vincere la sfida contro i paesi emergenti low-cost nel campo della produzione di software e firmware non è cosa facile. Quasi tutte le PMI, dopo la crisi del 2008, hanno subito profondi cambiamenti e hanno dovuto reinventare un metodo diverso per sopravvivere a queste potenti economie in espansione.

Dopo la crisi molte piccole e medie aziende di produzione di sistemi dove la componente software ha un peso crescente, hanno sperimentato la guerra dei prezzi provenienti da queste nuove economie, che spesso sono generate non solo dal bassissimo costo della manodopera seppur qualificata di ingegneri e tecnici, ma anche da politiche di aiuto statale dei paesi stessi.

Oltre a subire questo attacco a livello economico, spesso aziende spregiudicate si sono copiate anche i nostri marchi, incuranti di ogni brevetto o registrazione. Ho un cliente che ha addirittura subito una causa legale negli USA perché il suo distributore ufficiale lo ha portato in tribunale per aver venduto direttamente sul mercato a clienti finali senza riconoscere una commissione al distributore. Alla fine il risultato è stato che erano stati dei cinesi a copiare talmente bene il prodotto, con funzionalità apparentemente identiche, marchio e imballo incluso, che persino il distributore non si era accorto della truffa!!

Chissà quante altre storie probabilmente anche tu stesso hai vissuto o sentito raccontare, aziende ridotte a dimezzare o chiudere definitivamente per via di questa concorrenza sleale, basata sullo sfruttamento delle persone abbinato a politiche di aiuto statale dei paesi stessi.

Quando sei investito da questo tipo di concorrenza, all’inizio provi a resistere facendo la cosa apparentemente più logica: abbassare il tuo prezzo! Si inizia sempre in questo modo, ovviamente abbassare il prezzo è l’arma più immediata che hai a disposizione, ma anche la più pericolosa.

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Scrivere software è come scrivere un romanzo di Harry Potter

HAI MAI CONSEGNATO UN TEMA, UN ARTICOLO, UN LIBRO SENZA RILEGGERLO?

    OPPURE LO HAI MAI MANDATO IN STAMPA COSI’ COM’ERA, SPERANDO CHE IL LETTORE O IL PROFESSORE TROVASSERO LORO I TUOI ERRORI ?

    SE LO RILEGGI: OGNI QUANTO LO FAI?

 

Tu normalmente quando scrivi cosa fai, aspetti di avere scritto 300 pagine per dare una rilettura? O 50? Ovviamente la risposta è uguale per tutti: NO.

Questo è un esempio che faccio spesso ai miei clienti più digiuni dell’importanza teorica e pratica dell’attività di test del software.

 

Scrivere un software è come scrivere un libro: soprattutto quando si tratta di rileggerlo

 

Prendiamo uno studente, un professionista di un altro settore, un giornalista, uno scrittore. Possiamo prendere noi stessi come esempio, perché nella vita a partire dai banchi di scuola in poi, qualcosa l’abbiamo scritta: quando rileggiamo quello che abbiamo scritto?

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LA PRIMA AZIONE per mettere in sicurezza il tuo software

Se tu dovessi decidere di fare un primo passo, uno solo, per incominciare a mettere in sicurezza il tuo software, da cosa dovrebbe partire? Quale potrebbe essere la singola azione più redditizia da mettere in pratica immediatamente per avere dei risultati evidenti soprattutto nel medio e lungo periodo e consolidati che portino ad un evidente e misurabile miglioramento della qualità del codice prodotto?

Te lo racconto a partire da una storia vera che mi è successa tanti anni fa, all’inizio della mia carriera lavorativa, ma che somiglia a tantissime altre storie simili che sicuramente saranno successe a te e a tutti coloro che si occupano di software.

Stavo sviluppando un piccolo pezzo di programma per un cliente, che metteva in collegamento due tool diversi, un “bridge” diciamo. Rilasciata una prima versione del software, ho cominciato a ricevere da parte del cliente una serie di email che mi segnavano alcune anomalie. All’inizio analizzavo le segnalazioni ed apportavo prontamente delle correzioni. Benissimo, il codice comunque funzionava bene e faceva già da subito il suo “dovere”. Ma non bastava.

Le email hanno cominciato ad accavallarsi e a dimostrarsi strumento poco adatto a gestire la situazione: non era chiaro quali erano i problemi aperti e quelli risolti, in che versione erano stati risolti, per cui si è passati ad un sistema rudimentale di Bug Tracking, basato su Excel, su cui tornerò. Questo accorgimento ha migliorato molto la situazione, anche se non era finita così.

Si procedeva comunque abbastanza bene fino a quando ad un certo punto, si sono cominciate a creare delle situazioni non proprio piacevoli, anche se molto note: il cliente ha cominciato a lamentarsi sì di funzionalità non presenti o che non funzionavano poco, ma anche di aspetti tutto sommato estetici o del tutto secondari. Anche qua sembrava risolto, al momento.

Alla fine, sono fioccate richieste che seppur apparentemente logiche, del tipo: i file di log devono avere il formato YYYY_MM_DD_HH_SS.log invece che HH_SS_DD_MM_YYY.log e decine simili che erano sicuramente ragionevoli, ma che avevano in comune con tantissime altre una caratteristica:

NESSUNO LE AVEVA CONCORDATE PRIMA!

Stava succedendo una cosa MOLTO spiacevole: il cliente mi tempestava di richieste, diligentemente divise per priorità, catalogate e condivise in un sistema di tracciamento errori, ma la verità era una soltanto.

IL CLIENTE SE NE STAVA APPROFITTANDO CHIEDENDO FUNZIONALITÀ’ ED ASPETTI LOGICI ED ESTETICI CHE NON AVEVAMO STABILITO E CONCORDATO IN ALCUN MODO

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La cultura, questa sconosciuta! (prima parte)

La cultura è importante, ce lo ripetono fin da piccoli. Studiate e diventerete qualcuno. Specializzatevi e farete successo. Quante volte ce lo siamo sentiti dire? E bene o male abbiamo sempre adottato questo approccio alla nostra vita lavorativa: tramite un corso formale di studi, universitario e successivo, oppure tramite corsi professionali e infine tramite auto-apprendimento.

Siamo degli esperti nel nostro settore, ne sappiamo più degli altri, più dei nostri collaboratori e dei nostri concorrenti, o almeno si spera. Non ci fermiamo mai: non è che finito il ciclo di studi abbiamo appoggiato i libri in biblioteca a prender polvere. Mai quanto vorremmo, ma cerchiamo di rimanere aggiornati: tramite corsi online o in aula, riviste di settore, blog specializzati, newsletter, webinar… le sorgenti di sapere sono tante, fin troppe se pensiamo al tempo che abbiamo.

Ma lo sappiamo: la concorrenza è in agguato e se non ci formiamo noi e rimaniamo al passo coi tempi, anzi davanti agli altri possibilmente, è un attimo rimanere indietro prima con il know-how e poi con le vendite. E di conseguenza, con la leadership o comunque la posizione di mercato. Quindi non mettiamo neanche in discussione di dover essere in continua formazione, in costante aggiornamento sulle tecnologie riguardanti il nostro specifico settore, qualunque esso sia.

E per le tecnologie che non sono sotto il nostro diretto controllo, che non fanno parte del nostro core-business, ci affidiamo ad esperti interno o esterni: un commercialista per gli aspetti fiscali, un avvocato per quelli legali, un’azienda di logistica esterna per i trasporti. E’ un approccio normale e corretto: la mia tecnologia, arte, servizio vero e proprio che vendo e che mi differenzia sul mercato lo curo personalmente come manager o imprenditore, o con un team specializzato. Tutto quello che non è strategico, lo delego a funzioni aziendali preposte o a società esterne specializzate.

Certo, un po’ ne voglio comunque capire. Per non farmi fregare. Per poter scegliere strategicamente. Per capire quello che mi viene offerto. Per contestare quando le cose non vanno. Giusto un po’, senza diventare specialista: gli esperti di tutte le competene non strategiche li assumo o li metto sotto contratto, ma intanto un po’ mi informo.

 

E il software? Scusa, che male ti ha fatto esattamente il software?

 

  • Pensi che il software si faccia da solo?
  • Che sia sufficiente “mio cuggino che ne sa di computer”?
  • Che il team di ingegneri meccanici, elettronici, hardware siano tutti comunque in grado di “sviluppare”?
  • Sei sicuro che in un’azienda di decine di persone, con team di progetto magari di 10-15 persone che curano tutti gli aspetti elettronici, meccanici, elettrici, prestazionali, estetici siano sufficienti 1-2 softwaristi “perché il software da sviluppare tanto è poco”?
  • Pensi che uno “smanettone”, come vengono chiamati i programmatori, si aggiorni da solo alle nuove tecnologie?
  • Pensi veramente che il ruolo crescente del software in termini di funzionalità non ne faccia anche crescere la criticità?
  • Ritieni inutile avere anche solo una conoscenza di base perché tanto ci sono gli esperti?

 

Se hai risposto un secco NO a tutte queste domande, forse questo blog non fa veramente per te. Ma se hai qualche dubbio… continua a leggere.

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Conosci il tuo debito… tecnologico?

Il software è stato inizialmente visto come qualcosa che poteva essere scritto una volta e usato molte volte senza mai “rompersi”. Tuttavia, quell’illusione svanì quando iniziarono ad apparire problemi, in ultima analisi causati da uno sviluppo continuo senza i giusti processi di controllo della qualità. Ciò era in genere dovuto a pressioni aziendali incredibili per rilasciare nuovi prodotti e funzionalità in un tempo compresso per essere sul mercato.

Questi problemi hanno portato ad applicazioni software che trasportano un’enorme quantità di problemi che hanno un nome ben preciso:

DEBITO TECNOLOGICO

Una metafora dei difetti latenti introdotti durante l’architettura, la progettazione o lo sviluppo del sistema. La difettosità accumulata quando le organizzazioni adottano queste scorciatoie di progettazione e test, al fine di raggiungere gli obiettivi a breve termine, alla fine rende il software difficile da mantenere. Con l’aumento del debito tecnologico, gli sviluppatori dedicano la maggior parte del loro tempo a correggere bug e a lottare con codice fragile, invece di concentrarsi sul core business e creare nuove funzionalità.

Molte organizzazioni ora stanno scoprendo che il software legacy ha in genere una diminuzione della durata della vita utile; dopo averlo creato e rilasciato, sono costretti a decidere se buttarlo via e ricominciare da zero, o cercare di recuperarlo. Nella maggior parte dei casi, è stato fatto un notevole investimento finanziario nella base di codice, quindi c’è una tremenda pressione per riutilizzarlo. La chiave per ridurre il debito tecnologico consiste nel rifattorizzare i componenti (il processo di ristrutturazione dei componenti di un’applicazione senza modificarne il comportamento esterno) nel tempo, ma gli sviluppatori sono spesso riluttanti a farlo per paura di corrompere le funzionalità esistenti. Uno dei maggiori ostacoli al refactoring è la mancanza di test che caratterizzano il comportamento esistente di un componente.

Questo è un problema crescente in quanto vi sono molte applicazioni distribuite basate su basi di codice legacy che non hanno i testcase necessari. Questo è aggravato quando il codice legacy viene distribuito su una nuova piattaforma o prodotto, poiché la mancanza di artefatti di test significa che il debito tecnologico continua a crescere senza possibilità di “ripagarlo”. C’è un enorme gap di qualità che deve essere affrontato, ma molte aziende non sanno da dove iniziare o non hanno le risorse necessarie per affrontare il problema.

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SOFTWARE DA INCUBO!

 

“Siamo in ritardo per colpa del software”

“Dovremmo adottare un nuovo processo di sviluppo ma non abbiamo il tempo”

“Un tool molto interessante ma non c’è budget, mi spiace”

“ Il nostro metodo di sviluppo software è molto artigianale”

“Non abbiamo tempo di testare perché dobbiamo uscire col prodotto”

“Il test è noioso e costoso, dobbiamo tagliare i tempi”

“Vogliamo stare concentrati sul nostro core-business”

“Dobbiamo richiamare 10.000 unità dal mercato per un problema”

“Alcune persone si sono ferite utilizzando il nostro dispositivo”

“I parenti dei nostri clienti vittime di incidenti con i nostri veicoli si sono organizzati in una class-action”

 

Se qualcuna di queste frasi ti è nota perché è girata nella tua azienda o in quella di un tuo concorrente, oppure se il solo sentirla ti fa venire un brivido freddo: allora questo blog è per te.

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La tua azienda sta producendo pessimo software, bruciando prezioso budget in una spirale che presto ti manderà gambe all’aria. Te ne sei già accorto? E cosa stai facendo per evitarlo?
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